Adesso l’aria è migliore ma dopo cosa succederà?
Da quando è scattata l’emergenza coronavirus, la qualità dell’aria in tutta Italia e soprattutto al nord, è decisamente migliorata. Lo dicono i bollettini quotidiani di Arpa Lombardia, Arpa Piemonte e Arpa Veneto. In rete si trovano centinaia di immagini e foto scattate da satelliti che mettono in risalto il calo delle polveri sottili e a prima vista non possiamo che tirare un piccolo sospiro di sollievo e in qualche modo pensare che questo covid 19 sia anche portatore di qualcosa di positivo.
In Cina le cose vanno addirittura meglio che in Italia visto il rallentamento della produzione industriale che si basa ancora in gran parte sull’utilizzo del carbone. In Italia invece, le polvere sottili presenti nell’aria come il NO2, sono per il 70% causate dal traffico automobilistico.
In sostanza noi inquiniamo meno con l’industria ma più con le auto. Diminuendo il traffico calano quindi le polveri sottili anche se, a dirla tutta, stiamo più in casa e i riscaldamenti quindi vanno a massimo regime. Questo vuol dire che comunque con l’arrivo della primavera la situazione migliorerà ulteriormente ma quando poi si tornerà alla normalità cosa succederà? È questo il grosso interrogativo se vogliamo analizzare la situazione attuale dal punto di vista dell’ambiente.
Forse sono un po’ troppo pessimista ma temo che alla fine di questa emergenza tutti avranno voglia di rimettersi a correre e cercheranno di recuperare il tempo perso in ogni attività senza pensare troppo all’ambiente. Dopo mesi di astinenza da auto, per esempio, sarà un’overdose continua. Prevedo giri in macchina a go go senza meta. “Dove andiamo?” “Non lo so, ma andiamo!”
Ci sarà anche poi una recessione ma la produzione industriale ripartirà e di conseguenza l’aria ricomincerà, penso anche molto velocemente, a tornare malsana come prima. E gran parte dei fondi che erano destinati alla green economy è facile pensare che saranno dirottati verso la sanità e verso i settori più colpiti da questo flagello chiamato covid 19.
Il duro lavoro fatto dalle associazioni ambientaliste e da Greta in questi ultimi anni, per portare alla ribalta il problema del climate change, rischia di essere stato inutile. È brutto dirlo ma temo che per un bel po’ i pensieri della gente non andranno verso il rispetto dell’ambiente. La parola d’ordine sarà “Dimentichiamo il maledetto virus!”.
Ma siamo sicuri che il virus non si sia diffuso cosi aggressivamente proprio a causa dell’inquinamento ambientale? La risposta è no! Pare infatti che ci sia un nesso tra diffusione del virus e inquinamento ambientale. Se l’aria fosse stata meno inquinata, il virus non si sarebbe diffuso cosi facilmente. Si, le polvere sottili si sono comportate come vettori del coronavirus. Lo sostiene un gruppo di ricercatori che ha esaminato i dati pubblicati sui siti delle agenzie regionali per la protezione ambientale confrontandoli con i casi ufficiali di contagio riportati sul sito della Protezione Civile.
È stato cosi sottolineato il ruolo del particolato atmosferico come “carrier”, ovvero vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. Quindi, se ascoltiamo di più Greta e ci comportiamo e viviamo in modo più ecosostenibile, in futuro virus come il covid 19 avranno meno probabilità di attaccarci e di farci ripiombare nell’incubo che stiamo vivendo in questi giorni. Tutto torna quindi…
La speranza è che in tutto il mondo il periodo di ripresa che seguirà la crisi attuale diventi un’occasione per i governi per ripensare alcune modalità produttive, dando maggior importanza, ad esempio, al lavoro da casa, che riduce gli spostamenti dei pendolari, e finanziando ulteriormente il settore delle fonti di energia rinnovabili. Cerchiamo allora di non perdere alcune buone abitudini che stiamo sperimentando in questi giorni come lo smart working, termine in pratica sconosciuto prima dell’arrivo del famigerato covid19 e un uso limitato delle auto.
Speriamo veramente che questa occasione di cambiamento non venga sprecata e che le parole di questa poesia scritta durante l’epidemia della peste nel 1800 da Kitty O’Meary diventino realtà…
“E la gente rimase a casa E lesse libri e ascoltò E si riposò e fece esercizi E fece arte e giocò E imparò nuovi modi di essere E si fermò E ascoltò più in profondità Qualcuno meditava Qualcuno pregava Qualcuno ballava Qualcuno incontrò la propria ombra E la gente cominciò a pensare in modo differente E la gente guarì. E nell’assenza di gente che viveva In modi ignoranti Pericolosi Senza senso e senza cuore, Anche la terra cominciò a guarire E quando il pericolo finì E la gente si ritrovò Si addolorarono per i morti E fecero nuove scelte E sognarono nuove visioni E crearono nuovi modi di vivere E guarirono completamente la terra. Così come erano guariti loro”.
Ma Luca Regina chi?
Un comico dissacrante, un abile intrattenitore, uno spumeggiante comunicatore, un virtuoso della magia, un ricercatore dell’assurdo.
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