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Adesso l’aria è migliore ma dopo cosa succederà? 1024 678 Luca Regina SHOWMAN

Adesso l’aria è migliore ma dopo cosa succederà?

Da quando è scattata l’emergenza coronavirus, la qualità dell’aria in tutta Italia e soprattutto al nord, è decisamente migliorata. Lo dicono i bollettini quotidiani di Arpa Lombardia, Arpa Piemonte e Arpa Veneto. In rete si trovano centinaia di immagini e foto scattate da satelliti che mettono in risalto il calo delle polveri sottili e a prima vista non possiamo che tirare un piccolo sospiro di sollievo e in qualche modo pensare che questo covid 19 sia anche portatore di qualcosa di positivo.

  In Cina le cose vanno addirittura meglio che in Italia visto il rallentamento della produzione industriale che si basa ancora in gran parte sull’utilizzo del carbone. In Italia invece, le polvere sottili presenti nell’aria come il NO2, sono per il 70% causate dal traffico automobilistico.

In sostanza noi inquiniamo meno con l’industria ma più con le auto. Diminuendo il traffico calano quindi le polveri sottili anche se, a dirla tutta, stiamo più in casa e i riscaldamenti quindi vanno a massimo regime. Questo vuol dire che comunque con l’arrivo della primavera la situazione migliorerà ulteriormente ma quando poi si tornerà alla normalità cosa succederà? È questo il grosso interrogativo se vogliamo analizzare la situazione attuale dal punto di vista dell’ambiente.

Forse sono un po’ troppo pessimista ma temo che alla fine di questa emergenza tutti avranno voglia di rimettersi a correre e cercheranno di recuperare il tempo perso in ogni attività senza pensare troppo all’ambiente. Dopo mesi di astinenza da auto, per esempio, sarà un’overdose continua. Prevedo giri in macchina a go go senza meta. “Dove andiamo?” “Non lo so, ma andiamo!”

Ci sarà anche poi una recessione ma la produzione industriale ripartirà e di conseguenza l’aria ricomincerà, penso anche molto velocemente, a tornare malsana come prima. E gran parte dei fondi che erano destinati alla green economy è facile pensare che saranno dirottati verso la sanità e verso i settori più colpiti da questo flagello chiamato covid 19.

Il duro lavoro fatto dalle associazioni ambientaliste e da Greta in questi ultimi anni, per portare alla ribalta il problema del climate change, rischia di essere stato inutile. È brutto dirlo ma temo che per un bel po’ i pensieri della gente non andranno verso il rispetto dell’ambiente. La parola d’ordine sarà “Dimentichiamo il maledetto virus!”.

 Ma siamo sicuri che il virus non si sia diffuso cosi aggressivamente proprio a causa dell’inquinamento ambientale? La risposta è no! Pare infatti che ci sia un nesso tra diffusione del virus e inquinamento ambientale. Se l’aria fosse stata meno inquinata, il virus non si sarebbe diffuso cosi facilmente. Si, le polvere sottili si sono comportate come vettori del coronavirus. Lo sostiene un gruppo di ricercatori che ha esaminato i dati pubblicati sui siti delle agenzie regionali per la protezione ambientale confrontandoli con i casi ufficiali di contagio riportati sul sito della Protezione Civile.

È stato cosi sottolineato il ruolo del particolato atmosferico come “carrier”, ovvero vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. Quindi, se ascoltiamo di più Greta e ci comportiamo e viviamo in modo più ecosostenibile, in futuro virus come il covid 19 avranno meno probabilità di attaccarci e di farci ripiombare nell’incubo che stiamo vivendo in questi giorni. Tutto torna quindi…

La speranza è che in tutto il mondo il periodo di ripresa che seguirà la crisi attuale diventi un’occasione per i governi per ripensare alcune modalità produttive, dando maggior importanza, ad esempio, al lavoro da casa, che riduce gli spostamenti dei pendolari, e finanziando ulteriormente il settore delle fonti di energia rinnovabili. Cerchiamo allora di non perdere alcune buone abitudini che stiamo sperimentando in questi giorni come lo smart working, termine in pratica sconosciuto prima dell’arrivo del famigerato covid19 e un uso limitato delle auto.

Speriamo veramente che questa occasione di cambiamento non venga sprecata e che le parole di questa poesia scritta durante l’epidemia della peste nel 1800 da Kitty O’Meary diventino realtà…

“E la gente rimase a casa E lesse libri e ascoltò E si riposò e fece esercizi E fece arte e giocò E imparò nuovi modi di essere E si fermò E ascoltò più in profondità Qualcuno meditava Qualcuno pregava Qualcuno ballava Qualcuno incontrò la propria ombra E la gente cominciò a pensare in modo differente E la gente guarì. E nell’assenza di gente che viveva In modi ignoranti Pericolosi Senza senso e senza cuore, Anche la terra cominciò a guarire E quando il pericolo finì E la gente si ritrovò Si addolorarono per i morti E fecero nuove scelte E sognarono nuove visioni E crearono nuovi modi di vivere E guarirono completamente la terra. Così come erano guariti loro”.

Ma Luca Regina chi?

Un comico dissacrante, un abile intrattenitore, uno spumeggiante comunicatore, un virtuoso della magia, un ricercatore dell’assurdo.

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La quercia 990 529 Luca Regina SHOWMAN

La quercia

Da quando i medici hanno iniziato a consigliare di non uscire di casa a causa del coronavirus, per evitare che aumentino i contagi, in tanti hanno detto “approfittiamo di questo momento magari per iniziare a fare quelle cose che avremmo sempre voluto fare e per un motivo o per l’altro abbiamo sempre rimandato”. Ok, consiglio ascoltato!

Io avrei sempre voluto conoscere meglio gli alberi. Da sempre ne sono affascinato ma mi piacerebbe saperne di più e soprattutto riuscire subito a riconoscerli senza dover utilizzare app sul telefono come Picture This (app tra l’altro fatta veramente bene che consiglio). E allora adesso comincio a studiarli un po’ meglio e voglio condividere con voi questo “viaggio”.

Allora, per iniziare, devo scegliere da un albero. Per simpatia direi di cominciare dalla quercia. Non c’è un motivo particolare ma devo dire che mi è simpatica. Per la forma delle sue foglie per esempio, che sembrano ritagliate con cura da una mano sapiente e che anche nello stesso albero possono avere forme diverse! Mi lascia senza parole la maestosità della quercia e mi affascinano le ghiandaie, quegli uccellini che capita spesso di vedere in giro che assomigliano a dei passerotti un po’ più colorati. Ma, cosa c’entrano gli uccellini?!? C’entrano, c’entrano…

E poi, ogni volta che guardo da vicino un tronco di una quercia mi sembra di vedere una zampa di elefante! Si, secondo me gli somiglia davvero… o starò mica delirando? Aiutoooo, questo isolamento forzato di questi giorni mi sa che sta iniziando a fare effetto. Comunque quando passate vicino a una quercia fateci caso e fatemi sapere se sono impazzito o se è vero che gli somigliano.

Torniamo alle cose serie, il nome quercia deriva dal latino quercus che è anche il nome del genere al quale appartiene. Le querce sono piante monoiche (wow che termine da intenditore) in quanto la stessa pianta porta sia fiori maschili che femminili. Interessante, quindi potrei dire che ho visto una quercia che è anche un quercio?!? Vabbè, andiamo avanti.

Ovviamente ci sono diversi tipi di querce. Si suddividono in querce rosse e querce bianche. In Italia è un albero diffusissimo e a seconda di dove ci troviamo, ci sono delle specie diverse. Ecco un po’ di nomi delle querce più diffuse in Italia, giusto per fare un po’ di scena:

Quercus ilex (leccio o elce), Quercus Petraea (rovere), Quercus Pubescens (roverella), è la specie più diffusa in Italia, vive in media 200/300 anni e a Tricarico in Basilicata in località Grottone se ne trova una di 640 anni! Quercus robur (farnia), Quercus Frainetto (farnetto), Quercus Pyrenaica (quercia dei Pirenei), Quercus Cerris (cerro) che è la più diffusa in Italia insieme alla roverella, Quercus coccifera (quercia spinosa), Quercus Gussunei (cerro di Gussone), Quercus Suber (sughera).

Una curiosità, nel 2019 una quercia, la quercia di Tricase, in Puglia, ha vinto il premio come albero più bello d’Italia. Sapevate di questa specie di concorso di bellezza?

E adesso vi stupisco con questo momento dedicato alla storia. Questa quercia è conosciuta anche come “quercia dei 100 cavalieri”, perché si narra che abbia dato rifugio a Federico II di Svevia e ai suoi soldati, in visita in terra d’Otranto. Quante ne hanno viste e quante ne sanno gli alberi…

I legnami di quercia si chiamano rovere. Buono a sapersi quando dobbiamo scegliere qualche mobile nuovo. La quercia ha anche degli usi terapeutici, lo sapevate? Possiede proprietà astringenti, emostatiche, antinfiammatorie, analgesiche del cavo orale. Se si usa un decotto infuso per lavarsi, diminuisce la sudorazione. Cavolo questo m’interessa molto, io sono uno che quando è in ansia gli sudano le mani… D’ora in avanti allora la sera mi lavo le mani con un decotto di corteccia di quercia e mi faccio un bella tisana con rami di quercia! O forse no… meglio approfondire questo aspetto!

Se qualcuno ci chiede: “come mai vicino a una quercia mi capita spesso di vedere un mucchio di api che volano?” La risposta è : “ovvio, le api spesso si nutrono sulle querce e poi producono il miele di melata!”.

Parlando di querce, come accennavo prima, non possiamo non parlare delle ghiandaie. Le ghiandaie sono degli uccellini che mangiano le ghiande e sono loro (ma non solo) i responsabili della diffusione delle querce. Si perché, per prepararsi ai mesi freddi, sono soliti accumulare e sotterrare qua e la decine di ghiande che poi magicamente oltre a sfamarli daranno alla luce delle bellissime querce. Che vera magia!

A proposito di magia, col mio spettacolo Ecocircus, ho piantato una quercia a San Bonifacio di Verona. Adesso è ancora piccolina ma nel giro di pochi anni arriverà anche a 20 metri di altezza.

Per concludere, ho scoperto che la quercia, come tutti gli alberi, dagli antichi Celti era considerata simbolo di potere, di energia e di sopravvivenza. Trattiamole bene allora e teniamocele ben strette le querce.

E per finire col coup de theatre finale, la quercia era l’albero del re degli dei Zeus. Però, quanti file si possono aprire parlando di un albero!!! Che meraviglia la quercia!!!

Sto già pensando al prossimo albero. A presto my friends.

Ma Luca Regina chi?

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E adesso abbracciamo gli alberi! 1024 769 Luca Regina SHOWMAN

E adesso abbracciamo gli alberi!

In questi ultimi giorni, in preda al panico da coronavirus, i tecnici, gli scienziati e i medici stanno consigliando una serie di accorgimenti per cercare di arginare in qualche modo la diffusione del virus.

Tra tutti questi consigli, quello che più mi ha colpito è lo sconsigliare alle persone di abbracciarsi

C’è sicuramente un qualcosa di tragicomico in tutto ciò!

Ma, pensandoci bene, visto che è meglio non abbracciarsi tra umani, potrebbe essere il momento giusto per iniziare ad abbracciare gli alberi.

Abbracciare gli alberi fa stare bene e trasmette un mucchio di energia positiva.

E fa ovviamente bene anche stare in mezzo a tanti alberi e respirare profondamente.

Questa pratica si chiama silvoterapia e i benefici sono tantissimi: attiva la circolazione sanguigna, aumenta il numero di globuli rossi, facilita la respirazione per i malati cronici polmonari, favorisce il sonno e contribuisce a ritardare l’invecchiamento.

Beh, direi che provare non fa sicuramente male, anzi.

Abbracciare poi è proprio forse il gesto più bello che ci sia perché annulla tutte le barriere e se lo facciamo con un albero ci mette in una connessione più profonda con la nostra grande mamma natura.

Tra gli alberi che forniscono più energia vitale, troviamo il tiglio, il pino, il frassino, la quercia, il castagno, l’acero e il salice.

E se vogliamo dare anche un significato più spirituale al nostro abbraccio, possiamo scegliere l’albero ispirandoci ai significati che i Celti attribuivano a questi nostri fratelli verdi.

Betulla: simbolo di rinascita, purificazione, conoscenza e purezza.
Ontano: simbolo di protezione spirituale e potenza oracolare.
Salice: richiama gli aspetti lunari e femminili della vita e dell’ispirazione poetica.
Frassino: simbolo iniziazione e rinascita
Biancospino: simbolo di purezza, viaggi interiori e intuizione.
Quercia: simbolo di potere, energia e sopravvivenza.
Nocciolo: invita alla meditazione, incoraggia saggezza interiore, intuizione, potere di divinazione.
Melo: d’aiuto quando si deve prendere una decisione importante.
Pruno selvatico: utile in caso di azioni forti , di influenze esterne a cui è necessario ubbidire.
Sambuco: simbolo di vita e rigenerazione

Beh, che dire, non ci resta che uscire di casa e correre ad abbracciare il primo albero che ci ispira, al massimo qualcuno ci prenderà per pazzi ma, come diceva Jacinto Benavente “Se la passione, se la follia non attraversassero le anime… cosa varrebbe la vita?

Ma Luca Regina chi?

Un comico dissacrante, un abile intrattenitore, uno spumeggiante comunicatore, un virtuoso della magia, un ricercatore dell’assurdo.

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